Il 24 giugno Alfa Romeo compie 110 anni, un traguardo significativo che il Biscione celebra con un logo specifico ideato dal Centro Stile Alfa Romeo. Ultimo, in ordine di tempo, di una serie di marchi e di loghi che uniscono modernità e tradizione e scandiscono nel loro dinamico evolvere le tappe di una storia partita da molto lontano.
In principio era SAID, la sigla di Società Anonima Italiana Darracq. Un nome che difficilmente richiama alla memoria ricordi importanti, ma che rappresenta il germe di uno dei migliori esempi di imprenditoria italiana. Nata in Italia, a Napoli, nel 1906 dal produttore di automobili francese Alexandre Darracq, ben presto venne trasferita a Milano, a seguito del fallimento di alcuni investimenti. La società fu rilevata dal Cavalier Ugo Stella che le cambiò il nome nel 1910 in Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, meglio conosciuta a tutti col nome di ALFA e identificata con un marchio-targhetta caratterizzato da presenze floreali e sinuose, tipiche dello stile liberty. Fin dalla sua fondazione ha occupato un importante ruolo nel panorama della produzione automobilistica mondiale producendo inizialmente solo automobili da competizione e, poi, automobili da turismo di media e grande cilindrata. L’attenzione di Alfa Romeo alla propria immagine è significativamente dimostrata dall’evoluzione grafica del marchio che, fin dall’inizio, adottò le due insegne araldiche della Milano del tempo dei Comuni. Infatti, nel 1912, il marchio disegnato da Romano Cattaneo, il più giovane dei disegnatori e fratello di Giuseppe Cattaneo progettista di vetture Isotta Fraschini, era composto dallo stemma cittadino di Milano, una croce rossa in campo bianco di Giovanni da Rho, e dal biscione visconteo legato alla tradizione longobarda. Il marchio riportava questi elementi inscritti in una fascia circolare con due nodi sabaudi e la scritta “Alfa-Milano” con carattere graziato. Nel 1918 il marchio apparì con la dizione definitiva in carattere bastone “Alfa-Romeo Milano”, successivo all’acquisizione dell’Alfa da parte dell’ingegnere napoletano Nicola Romeo nel 1915. Nel 1922 fece la sua prima apparizione sul radiatore delle autovetture il logotìpo calligrafico “Alfa Romeo” disposto su due righe anche se sarà in seguito proposto nella versione ad una riga. Nel 1925 il marchio Alfa Romeo apparì con la corona d’alloro che segnò la vittoria al primo Campionato Automobilistico del Mondo con la vettura “Alfa P2”. Due curiosità: fin dal primo marchio circolare il biscione sembrava attorcigliarsi su se stesso in prossimità della testa ma in un marchio del 1935, stranamente, il serpente mostrava un andamento regolare; in un manifesto pubblicitario del 1937, in epoca fascista, nel marchio viveva la dicitura autarchica “Milano-Napoli” e qui il biscione tornò ad attorcigliarsi! Nel 1945, con la caduta della monarchia e la proclamazione della Repubblica, i nodi sabaudi lasciarono il posto a due linee ondulate; in seguito, in assenza di vincoli forti, ci furono diverse ”libere interpretazioni“ del marchio Alfa Romeo: dal 1946 al 1950 fu posto il bambino in posizione inclinata e la corona d’alloro meno evidente; nel 1964 apparve sulla Giulietta Junior la stilizzazione del solo serpente visconteo rivolto verso destra; nel 1969 un’improbabile operazione di sintesi stilizzò il biscione e disumanizzò il bambino. A partire dal 1972, con l’autonomia dello stabilimento Alfasud di Pomigliano d’Arco (Napoli), scomparve dal marchio la parola “Milano” e rimasero i soli due simboli milanesi sormontati dalla scritta “Alfa Romeo” composta in Futura. Il marchio fu disegnato da Pino Tovaglia che operò il redesign dei precedenti nella soluzione a colori e monocromatica. Nel 2000 il marchio ha subìto una modernizzazione ad opera di Maurizio Di Robilant. Nel 2015, in occasione dei suoi 105 anni anni di vita, Alfa Romeo presenta una versione rinnovata del suo storico e leggendario marchio; ciò anche in concomitanza con il lancio della nuova Giulia e con la riapertura del Museo Automobilistico di Arese. L’incarico per il restyling è stato affidato a Di Robilant Associati, storico partner del gruppo Fiat. Il nuovo marchio rappresenta la celebrazione dell’identità storica del brand con uno slancio verso la contemporaneità e l’eleganza. L’anello esterno in blu notte esalta l’esclusività della casa mentre l’uso dell’acciaio cromato nei profili e nel logotìpo, composto con il carattere ITC Blair ritoccato, enfatizza la modernità e la vocazione tecnologica; nel complesso rimangono intoccabili gli elementi di sempre, sia la croce che il biscione, anche se quest’ultimo più prominente e fiero. Tali icone non vivono più sul fondo bianco e azzurro ma su un inedito unico fondo cromato, arricchito da una texture che simula l’incisione a sbalzo. Tale nuova cromia sostituisce la doratura del marchio di Pino Tovaglia degli anni Settanta. Anche la corona è stata essenzializzata.
Siamo al 2020, anno in cui il Alfa Romeo compirà 110 anni. L’idea che sta alla base del design del nuovo logo è sintetizzare la forza del marchio e cioè la capacità di far incontrare tecnologia, piacere di guida e bellezza. Lo stesso numero 110 crea il logo: le due prime cifre “1” seguono una linea che conferisce al numero l’idea di transizione dal passato verso il presente e trova il suo culmine alla cifra “zero”. All’interno dello “zero” è stato inserito uno degli elementi iconografici tipici e più riconoscibili del logo Alfa Romeo, il “Biscione”. A completare la parte inferiore del cerchio, la data di nascita e l’attuale, 1910-2020. Buon compleanno Alfa Romeo!
E poi c’è l’altro stemma. Non meno importante, non meno antico, anch’esso trasuda storia e vittorie. Quel quadrifoglio verde che è simbolo delle auto sportive di Alfa. Dici quadrifoglio e pensi alla fortuna ed è così anche per Alfa Romeo, e anche qui c’è una storia da raccontare. Bisogna andare indietro fino alla Targa Florio del 1923, la più celebre corsa automobilistica italiana insieme alla Mille Miglia: Alfa Romeo si presenta al nastro di partenza con quattro RL Targa Florio, una delle quali è guidata da Ugo Sivocci, pilota veloce ma sfortunato (tanto da guadagnarsi la fama di “eterno secondo”). Per scacciare la malasorte si fa dipingere sull’auto un quadrifoglio verde, simbolo della fortuna e… sapete cosa succede? L’Alfa di Antonio Ascari si guasta a pochi metri dal traguardo, Sivocci lo supera e vince la Targa Florio, la prima di una lunga serie per Alfa Romeo. Il campano perse la vita poche settimane dopo all’autodromo di Monza: sul cofano del suo bolide, quel giorno, il quadrifoglio non c’era. Da quell’episodio il quadrifoglio sarà sempre presente sulle auto di gamma sportiva della casa milanese. Ma questa è un’altra storia.